25 ottobre 2014

Nota dell’autore


Le narrazioni che seguiranno inaugureranno un nuovo periodo e (spero) un diverso stile del mio veleggiare in prosa. Il motivo è semplice: non trovo più nulla d’interessante da raccontare sul fronte politico.




Ogni giorno do un’occhiata al Fatto Quotidiano che non dura più di tre minuti: talvolta trovo un articolo decente e i minuti diventano 6 o 7. Ogni tanto una scorsa su CDC – dove, purtroppo, la schiera dei “monetaristi” e dei “la guerra che verrà” – tiene banco fino alla noia, senza portare mai nulla di nuovo sotto il sole. Non ho tempo e voglia di perdermi sul Web a cercare chissà quali nuove facezie e fatiche: sappiamo tutti che ci bombardano coi metalli più strani, che rubano i soldi nel cassetto delle elemosine, che l’unica cosa interessante, per loro, è la festa di questo e quest’altro, con annesse escort e trans brasiliani/e. Non serve a niente dire, servirebbe fare, ma nessuno di noi può fare niente.



Purtroppo, questo andazzo è la logica conseguenza di vent’anni di Berlusconi e dei prossimi (venti?) di Renzi: l’era dei contaballe impazza, basta andare in Tv e promettere qualcosa e tutto è fatto. Poi interviene l’UE che si lamenta ed il copione viene parzialmente riscritto, come da copione: cosa c’è d’interessante da raccontare?

Sono 10 anni che sbatto contro il muro di gomma di questo potere mellifluo ed incontinente nelle sue manifestazioni più false e bugiarde, ad usum stultorum: perché e, soprattutto, per chi dovrei continuare ad assoggettarmi a questo esercizio vuoto, a questo inutile compitino pomeridiano?

Ho raccontato di tutto: ho spiegato che l’energia si trova ovunque, basta raccoglierla, che le campagne stanno andando in malora per lo spopolamento, che le guerre servono solo a rimpinguare le tasche di chi vende armi...centinaia d’articoli...cosa ho ottenuto? Poco, praticamente nulla, se si esclude il vostro assenso e rispetto.



Ho cercato di fondare dei gruppi di persone che scrivessero, e si moltiplicasse così il “j’accuse” al potere – dapprima con Italianova, che subito morì, poi con l’Olandese Volante che prese il volo per qualche tempo – ma la gente non è pronta al sacrificio quotidiano dell’informazione, ed ha ragione. Le viene richiesto d’essere un giornalista, di lavorare come un giornalista e di non beccare un soldo: la “fiamma” dura qualche tempo, poi s’affloscia e nascono i personalismi. Provate a dire loro “Lo fai per tot il mese”: tutto assume una nuova veste, perché il lavoro – non dimentichiamo – è tempo nostro e richiede una mercede in cambio, anche modesta, ma il poco – ricordando Parmenide – è cosa assai diversa dal nulla.



Nella mia vita è intervenuto un fatto nuovo – inutile nasconderlo – ossia la pensione. Tutti agognano alla pensione, sin dai tempi più remoti: anche i Tre Moschettieri speravano.

Oggi – dopo Bismarck – la pensione è diventata un’altra cosa e non conta più il merito, bensì gli anni e – soprattutto (dopo quel brutto arnese della Fornero) – gli anni di servizio: insomma, rassomiglia sempre di più ad un “fine pena”. Salvo per i soliti noti, lo sappiamo.

Eppure la pensione ti cambia la vita: non hai più impegni di sorta, puoi cancellare metà del tuo hard disk, almeno un quarto dei Preferiti e rimani solo con quel che ti va, che scegli tu. Nondimeno, le soste di fronte ai manifesti mortuari diventano d’obbligo e stili l’immaginaria “classifica” della serie “A”, sperando che – per ora – il tuo nome sia ancora in serie C.

Eppure lo sai: a quasi 64 anni, se te ne vai, nessuno scrive più “prematuramente”. Era nelle cose che così fosse, ed è successo.



Ma io ho una serie di priorità alle quali non voglio e non posso rinunciare: barca, case, orto...le belle donne (che ancora m’attizzano, se non altro perché amo ossessivamente la bellezza come in un bosco, nel mare all’alba, nella neve sui tetti...)...e qualcosa scende di grado, da Capitano a Caporale.

Va da sé che questo tormento di raccontare alla gente come vanno le cose mi ha stufato: la gente lo capisce – spesso – da sola e non servono Grilli Parlanti che sussurrino.



Se siamo capaci, però, possiamo narrare: ho sempre sostenuto che la grandezza di Pasolini non fu quella di regista o saggista, bensì il Pasolini narratore controverso, soprattutto il poeta che tracciava graffiti eterni con pochi gesti.

Così si raggiunge la Gestalt, e s’entra in comunicazione meglio con gli altri esseri: ovviamente ci sarà qualcuno che preferirà altre modalità di trattazione ma, vivaddio, il Web è vasto e c’è posto per tutti.



Come conseguenza, i miei scritti compariranno solo qui e – se lo vorrà – su Italicum dell’amico Tedeschi, perché suvvia: siamo uomini, non caporali.

Vi posso preannunciare il titolo del mio prossimo pezzo, che sarà “Il Grande Torino ed io”: finalmente, sento di nuovo la tastiera rispondere alle mie dita, finalmente non perdo più tempo, finalmente tiro un sospiro di sollievo. I compiti sono finiti: li faccia Renzi, che è giovane.

12 ottobre 2014

Voglia di vomitare


Il mare è sempre lo stesso, la Lanterna anche, le navi in porto galleggiano – addirittura la Concordia – ed i torrenti fanno il loro dovere di portare l’acqua al mare in una città che sorge su una scarpata, dove gli orti si chiamano “fasce”, le strade “carruggi”, i sentieri “creuze” e gli alluvioni sono soltanto i disastri (non) annunciati d’Autunno, un evento ciclico, come la Fiera del Mare o quella di Santa Zita.


Il Bisagno è soltanto una vena, scavata sul fondo di una valle: peccato che il resto del vallone sia occupato da ogni sorta di scempiaggine cementifera. E’ tutta colpa della speculazione selvaggia degli anni ’60: mettiti il cuore in pace – baby – erano italiani cattivi che pensavano solo a far soldi e ad ingrassare mogli, amanti e puttane, mentre il Card. Siri si scervellava su come mandare gli ex gerarchi nazi-fascisti in Argentina. Il Vaticano ci metteva i passaporti e l’armatore Costa le navi: comodo no?

Oggi no, è tutto diverso: addirittura Marta Vincenti è sotto processo, andrà in galera...ahhhhhhhhhhhh!!!!

No: Aaaaaaagh!



Aaaaaaaagh perché sono stufo di scrivere di cazzate. Tutto è una scoordinata e mefitica cazzata, come quella di Paolo Barnard che va a puttane perché non gli hanno lasciato fare la MMT (si chiama così?). E bravo Paolino: un pompino è sempre meglio di un calcinculo, su questo siamo d’accordo, ma ricamarci sopra mi sembra una storia da dementi.

Così – in un vortice di bandiere osannanti – il popolo italiano si sarebbe ribellato, avrebbe portato il buon Paolino in trionfo fino a Palazzo Chigi – sgominando legioni di Carabinieri, Granatieri, Polizia, ecc – che avrebbe diramato la “Direttiva 1” mediante la quale sarebbe stata emanata la MMT. E già che ci siamo, anche la presidenza della RAI per il buon Paolo, il licenziamento in tronco della Gabanelli e una sorta di “esentasse” per le bocchinare di Palazzo.

Scendi dal letto, Paolo e svegliati: sei solo un giornalista che credeva di lavorare per la rete televisiva del sub-comandante Marcos, oppure per la libera Tv dell’Avana. Se esistono o sono esistite: no, fanno parte anch’esse dell’Oceano Cazzarolo, quello che bagna le isole Trash 1,2,3,4...

Mettiti il cuore in pace, Paolo: perché non apri un chiosco di bibite e angurie, panini e pizzette? Magari ci campi, ci ha campato pure il “pentito” Marino, e magari riesci ad imbastire una storia bislacca per incastrare la tua grande nemica e rovinarla nella polvere. Mai fatto sesso con la Gabanelli, vero? Ti credo sulla parola.



Altra enorme cazzata è la vicenda di Azzolini....azz...Azzolini...che riceveva fondi direttamente da Governo (Berlusconi) – senza passare attraverso la Regione Puglia (là c’era un “rosso”...) – per il suo bel porto di Molfetta. Peccato che il fondale fosse minato.

Non erano stati gli americani nella guerra mondiale – no, ovvio – qualcuno ha visto addirittura un aereo a pedali con le insegne dell’ISIS che lanciava bombe incendiarie. La storia finisce qui: anche la Marina si è stufata di sminare gratis – per cinque lire, manco un cane muove la coda – mentre i soldi erano già spariti (certo, la CMC di Ravenna ha fatto buon bottino), così anche il “rosso” è stato accontentato?

Ma anche questa non è una primizia, perché prima di Molfetta c’era stato Fiumicino, con il suo mega-porto turistico da 403 milioni di euro (pagati da noi tutti, tramite la Regione Lazio), e gestito da Francesco Bellavista Caltagirone, un nome, una garanzia.

Dopo il solito balletto dei subappalti, l’ultima azienda (quella rimasta col cerino in mano) eseguì i lavori per un centinaio di euro: trecento milioni spariti. Risultato: le passerelle galleggianti affondano in breve tempo, mentre la diga foranea presenta già segni di cedimento. Il commento del Comune: “Il prossimo obiettivo non sarà più un porto turistico, bensì un porto commerciale”. Eh, con quel che si è “mangiato” prima...un porto commerciale...almeno il triplo.

Ma prima ancora, Bellavista Caltagirone (grand-guignolesco patron del gruppo Acqua Pia Antica Marcia di Roma) aveva “lavorato” per il porto turistico di Imperia, insieme a Scajola detto “a mia insaputa”: anche qui inchieste, proscioglimenti, rinvii a giudizio...insomma, il solito marcio di palude, altro che acqua.



Cazzate, cazzate e cazzate, contro le quali si scontrano e sono sconfitte tutte le intelligenze di questo Paese: l’ultima è il decreto di Renzi che foraggia e sostiene gli inceneritori. Anche all’estero lo fanno, ma conferiscono in discarica l’1-3% del totale, mentre noi sfioriamo il 40.

Proviamo con la cultura, ultima spiaggia: entriamo in libreria.



In libreria, nelle posizioni migliori sono sciorinati libri d’alta cultura: si va da “Cucinare con le salse” a “Cucinare con le salpe”, per finire con un “Come acchiappare il principe azzurro e tenerselo”. Le iconografie sono un po’ diverse: nei primi casi gonne appena sopra il ginocchio, della serie “l’ho già preso e lo devo solo trattenere” – con tanta buona cucina ed una buona dose di sesso (non ostentato, per carità: reggicalze e guepière possono stare benissimo sotto il castigato completo gonna/pullover, come fanno le afgane con il burka) – mentre nel secondo caso (maschio da acchiappare) l’immagine di copertina è un melange, una pozione elaborata con abili percentuali di Cappuccetto Rosso, Heidi ed una discotecara soft.

Fin qui abbiamo scherzato: poi, ci sono i libri seri.

“Il camposanto della notte del terrore”, “Il cimitero degli zombie danzanti”, “Il camposanto ritrovato sotto la Coop”, “Il cimitero degli elefanti sbroccati”, eccetera.

Eros e Tanathos tengono banco per un buon 50% della “cultura”, almeno nelle terre delle “casalinghe di Voghera” dove – nonostante l’apparenza della più assoluta “normalità” – le donne tradiscono più degli uomini, i fine settimana all’insegna del ritrovo sexy trasgressivo sono oramai all’ordine del giorno e – lost but not least – si ammazzano un paio di donne il giorno.



Cosa deve fare una persona che sa scrivere e – spera – di scrivere anche qualcosa di utile, che serva a comprendere i molti arcani di questa epoca bislacca? Filosofi, cattedratici, artisti...tutti “organici” – come li definiva Gramsci – ossia richiamati all’ordine e maggiordomi della politica, oggi si dice “embedded”.



L’energia? Quando Rifkin venne in Italia osservò, in lontananza, le Alpi da una stranamente limpida Milano: qualcuno gli spiegò che era una catena che versava acqua nella Pianura Padana lunga più di mille chilometri. Ogni chilometro un rigagnolo, un affluente, poi un fiume, quindi un grande fiume.

Il filosofo dell’energia si voltò e disse: “Ma come fa un Paese come questo ad avere problemi energetici?” e (aggiungo io) un migliaio di chilometri di penisola zeppa di sole e vento?



Vi confesso, non so più cosa fare. Capisco Barnard, lui la getta in farsa con la storia dei pompini: nemmeno con la MMT, però, risolveresti qualcosa. Se prima non cacciamo questa gente che sperpera 60 miliardi l’anno (corruzione italiana secondo l’UE) ma forse di più, come sostenevo nel precedente articolo. Forse 150.



Immaginate cosa si potrebbe fare con...diciamo...100 miliardi in più a bilancio? Paghiamo pure i debiti con 50: ne restano altri 50 per investimenti o reddito di cittadinanza, oppure entrambi.

Convinciamoci, una volta per tutte, che il solo problema italiano è stato la ladroneria scatenatasi come un’iperbole dopo Tangentopoli. Di là dal fermare il processo, Tangentopoli dimostrò com’era possibile rubare e farla franca, come sta succedendo oggi.



Io non so più cosa raccontare: mi alzo la mattina e mi guardo attorno. Mentre vado dal panettiere mi chiedo: ma è mai possibile che tutta questa gente sia stata lobotomizzata? Fino a questo punto? In Francia, in Germania, in Spagna...parlo alcune lingue ed un po’ l’Europa l’ho girata...in nessun altro Paese vige questo lassismo nauseabondo, questo cambiare le leggi secondo il reato ed il “pedigree” dell’indagato. E tutto va bene, va bene così.

Tutte le mattine c’è una lotta con me stesso, accendo il computer: ma cosa posso ancora dire? Cosa c’è ancora da capire? Abbiamo capito che il M5S non ce la farà a ribaltare la musica: soluzioni? Scappare o ribellarsi: ne siamo capaci? Altrimenti, non resta che ballare sul relitto, fin quando non cadrà a pezzi.



Adesso scatenatevi pure, non ho nulla da difendere o da perdere.

01 ottobre 2014

La parabola calante di Renzie e la santa anima di Bettino



Tre storielle edificanti, ad usum Renzi-dipendenti, per spiegare come mai l’Italia è l’unico Paese europeo ad avere crescita negativa, dopo strombazzamenti vari, a partire dagli 80 euro in poi.




Ragioneria dello Stato: ovvero, la “verità contabile”



“Pronto, è la Ragioneria dello Stato, ufficio stipendi?”

“Sì”

“Sono…e vorrei sapere a che punto è la mia pratica di stipendio – visto che avete bloccato lo stipendio di Agosto – senza la quale non posso accedere alla pensione…e i soldi che mi dovete?”

“Sì…dunque…ehm…vede: da un anno a questa parte, c’è una nuova procedura. Il tutto deve essere vistato dalla Commissione.”

“E cos’è ‘sta Commissione?”

“Nulla…è un nostro ufficio interno…però deve rivedere il tutto e vistare la pratica, così – dopo – io posso inviare a Latina tutto il suo incartamento e, finalmente, possono mettere in pagamento le sue spettanze…”

“Quindi, se la Commissione vista il tutto…”

“Eh, non so…dovrebbe farlo entro questa settimana (ma è l’ufficio a fianco!!! mi trattengo), altrimenti slitterà il 18…”

“E se slitta il 18?”

“Perdiamo la “finestra” – ancora ‘ste finestre! – per mettere in pagamento la sua pratica e saltiamo dalla fine di Settembre alla metà di Ottobre per avere il mandato di pagamento effettivo…sa, a Latina devono avere il tempo d’istruire la pratica…”

“Perché, allora, m’avete bloccato lo stipendio di Agosto? Io non vedo un soldo da Luglio! E mi dovete quasi 10.000 euro!”

“Per una questione contabile…di “praticità”…siccome lei ad Agosto era già in pensione, non era corretto…meglio chiudere la partita contabile stipendiale e, poi, aprire quella pensionistica…”

E io aspetto: le rammento che una parte dei miei antenati erano tedeschi.

“Ah sì? E di dove? Mio fratello insegna a Mannheim…”

“Le ha detto come trattano lassù queste cose?”

“Sì, me lo ha raccontato.” E tace.



Una vicenda di “de-materializzazione”



Ancora incazzato per la telefonata, decido di recarmi dal medico: deve consegnarmi delle ricette…

Mentre attraverso il paesino, mi salta in mente una fantasia: che Cottarelli (o chi per esso) abbia inviato una circolare “riservata” dove, sostanzialmente, ricorda tutti i trucchi per rallentare i pagamenti? Ma questi sono atti pubblici: come possono esistere – in una democrazia – settori “off-limits” riservati soltanto ai massimi dirigenti? Perché esiste il sistema criptato SISSI per la scuola, dove tutto giunge dall’alto mentre dal basso non può partire nulla? Non è mica un’industria automobilistica, che deve proteggere le sue strategie di mercato!

Dal medico non c’è nessuno: sento la voce, “Avanti!”

Entro, e noto subito che è “nero”.

“Ho bisogno delle pastiglie per la pressione, la ricetta…”

Fa cenno d’aver capito e s’appressa alla tastiera: dopo un attimo, al posto della ricetta, esce dalla stampante un mezzo foglio bianco. Lo volto e, dietro, c’è la ricetta: solo che non è più il foglio prestampato, in genere stampato con l’inchiostro rosso, è un foglietto in formato A5 con i medesimi dati.

Non capisco la novità.

“La chiamano “de-materializzazione”: solo che, prima, agli stampati provvedevano loro, adesso è tutto a spese nostre.” Risponde abbacchiato.

Capisce dalla mia espressione il dubbio: beh, per un po’ di carta…

“E non è mica per la carta: questo scherzetto costa 700 euro all’amministrazione e 700 a noi, dicono per il programma…1400 euro a medico! Prima assicuravano che ce li avrebbero resi, oggi nicchiano…come andrà a finire?”

“Fammi vedere bene la faccia” ribatto per celia “no, non quella: l’altra…eh sì, sembra proprio che te l’abbiano messo nel…”

“Va a dar via il c… Carlo.”

Esco e rifletto: 700 euro a medico (e gli altri 700 a carico della Sanità? Esisteranno per davvero?) sono una cifra da far paura, soprattutto se riferita al numero di medici di base…ma quando mai – un programma che trae i dati da un database, li ordina nei rispettivi campi e invia tutto ad una stampante – deve costare così tanto?!? 20-30-50.000 euro sono cifre con le quali qualsiasi programmatore in poco tempo lo assembla. E ringrazia Dio per tanta manna. Sui 46.000 (circa) medici di famiglia italiani grava invece una spada di Damocle da 32 milioni di euro: alla faccia del programmino!



Vacance volée



Torno a casa e, visto che Ottobre si avvicina, provo a vedere se riesco a programmare quella vacanza in Spagna che attendiamo da tempo.

Invio la prima mail: periodo 1-7 Ottobre. No, ci dispiace, il 6 non è possibile. OK, allora 29-5. Niente: anche il 30 è occupato. Mandatemi una lista delle disponibilità! Va bene il 12-18 Ottobre? Provo a cambiare albergo, Regione, Stato...non rispondono più.

Il viaggio l’avevo vinto con la solita formula “paghi solo il vitto, pernottamenti gratis” e invece questi di EUROREST fanno i furbi. Hanno chiesto circa 20 euro d’anticipo e adesso…voilà! Gli alberghi rispondono picche. Una truffa ben congegnata: butto due parole su Google e tutto è chiaro, ci sono cascati in migliaia – solo in Italia, ovvio, all’estero li sbattono in galera per truffa – adesso rispondono…fammi causa!

Li denuncerò, ma…quanto tempo la denuncia trascorrerà sulla scrivania di un magistrato (se mai ci arriverà) prima d’essere archiviata? Il solito gioco delle scatole cinesi: un magistrato c’impazzisce dietro per poi trovarsi come unico destinatario un conto alle Cayman, il quale corrisponde ad un nero che fa il raccoglitore di banane e che non ne sa nulla, oppure in Lussemburgo dove ci vuole una rogatoria millenaria…t’hanno fregato 20 euro…va beh, capita…ecco cosa pensa l’italiano medio.



Adesso chiariamo perché queste storie si collegano con Renzi e con la buonanima di Craxi: ci vorranno pochi attimi per capirlo.

Intanto, per Renzi e la sua cricca è arrivata una scoppola di quelle serie: l’unico Paese europeo ad essere ancora in recessione, mentre gli altri Paesi europei almeno stanno sopra lo zero. Non stanno nemmeno bene loro, ma noi stiamo peggio.

Lasciamo stare le caccole come gli 80 euro od il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione – che ritenevano avrebbero smosso mari e monti – e che invece sono, semplicemente, scomparsi dal panorama economico.

Le ragioni?



Gli 80 euro sono arrivati in famiglie dove nemmeno 800 euro sarebbero bastati per osservare qualche timido rilancio dell’economia perché – nel frattempo – sono calate sulle loro teste tante gabelle ed imposizioni fiscali che le hanno annichilite. Che ci fai con 80 euro? Ci paghi una badante? Le tasse universitarie? L’auto che non ne può più?

E i debiti della Pubblica Amministrazione? Sì, sono stati pagati…tutti? Beh, quelli che sono rimasti. Quante aziende hanno chiuso negli ultimi anni? Una media di 2 ogni ora, 14.256 nel solo 2013, 59.570 negli ultimi cinque anni (1).

Come avviene il processo?



Basta che un’azienda ritardi un pagamento un poco oltre la normalità (ad es. da 30-60 giorni a 150 ed oltre) che si scatena l’effetto domino, soprattutto perché il sistema bancario non interviene. Ma il sistema bancario, a sua volta, deve proteggersi dalle insolvenze, poiché anche la banca è un’azienda.

Chi è il primo “cattivo pagatore” dell’ex Belpaese? Lo Stato.



Quando lo Stato decide finalmente di pagare, molte di quelle aziende non esistono più: in questo modo – grazie alla lentezza della giustizia (in particolare, le procedure fallimentari) – lo Stato finisce per “dirli ma non darli”, ossia promette qualcosa quando i ricettori non ci sono più od hanno cambiato ragione sociale, ecc.

Il risultato è il crollo del sistema delle imprese: ecco spiegato il dato anomalo dell’Italia, quel -0,4% del PIL.

Chi paga la vera crisi? Chi lavora: piccoli e medi imprenditori, tecnici, impiegati ed operai, che si trovano senza soldi o senza stipendi.

E dove li spende lo Stato tutti ‘sti soldi?



Elaborando i dati sul numero di dipendenti pubblici moltiplicato la spesa media per dipendente, s’evince che lo Stato (in tutte le sue articolazioni, centrali e periferiche) spende 173 miliardi l’anno per pagare i dipendenti pubblici (2). Ribadisco, compresa anche la spesa per gli Enti Locali (e quindi la Sanità), ma non considerando le spese per mantenere i politici di tutte le razze e di tutte le piazze.

Ci sono, però, i “sotto-politici”, ossia tutta la ghenga dei dirigenti che, in Italia, sono una marea:



“Un’elaborazione della Cisl-Fp, basata sul dossier della Corte dei Conti del 2013 sul costo del lavoro pubblico, arriva a contare 168 mila dirigenti e una spesa lorda per le loro retribuzioni di quasi 15 miliardi l’anno. Ma il confronto con un altro rapporto – realizzato dal professore Roberto Perotti per Lavoce.info – evidenzia una serie di lacune: dai 16 mila ufficiali delle forze armate ai 3987 dirigenti dei corpi di polizia, fino ai 9754 magistrati. Figure che, per ruolo e reddito, sicuramente vanno considerate nel novero della dirigenza. Integrando i rilevamenti, si arriva a quasi 200 mila.” (3)



Se sommiamo questi quadri dirigenziali, giungiamo ad una spesa di circa 20 miliardi, che rappresenta più del 10% del totale di circa 193 miliardi.

A quanto ammonta la spesa pubblica?



Sempre considerando l’anno 2010, sono 723,3 miliardi al netto degli interessi (4). Sottraendo i 193 miliardi delle retribuzioni, rimangono più di 500 miliardi: cosa rappresentano? Dovrebbero rappresentare le spese in conto capitale, ossia tutto ciò che lo Stato acquista o finanzia: dall’F-35 al temperamatite, dal ponte ai materiali per la strada da riparare, dalle medicine per gli ospedali ai computer, dal sostegno per tutti gli sfigati a quello per l’editoria, alle auto...fino ai preservativi per i militari all’estero. Insomma: tutto.



Ora, spicchiamo un salto nel passato ed atterriamo alla Camera dei Deputati il 29 Aprile del 1993:



“...i finanziamenti illeciti sarebbero stati necessari alla vita politica dei partiti e delle loro organizzazioni per il mantenimento delle strutture e per la realizzazione delle varie iniziative; il suo partito non si sarebbe discostato da questo generale comportamento[80] e, quindi, più che dichiarare sé stesso innocente, Craxi giungeva a sostenere che egli era colpevole né più né meno di tutti gli altri.”



Bettino Craxi, sostanzialmente, affermava d’essere sì colpevole, ma come tutti gli altri di tutti i partiti, nessuno escluso.



Da quei tempi ci è giunto il ben noto “Teorema di Craxi”, secondo il quale ogni esborso dello Stato – sotto qualsiasi forma – è “tassato” con un 30% per pagare le tangenti. Sarà vero? Non lo sappiamo.

L’UE sostiene (5) che la corruzione, in Europa, è pari a 120 miliardi di euro, dei quali la metà è generata dallo Stato italiano. Secondo il Teorema di Craxi, invece, il 30% delle spese in conto capitale renderebbe 150 miliardi: la corruzione italiana starebbe dunque in una forbice fra 60 e 150 miliardi di euro, sempre che non vi siano altri elementi da valutare (le Mafie?).



Controprove? Non ce ne sono. Certezze? Da cercare col lanternino. Ci sono però elementi che suffragano la ladroneria generale, dalla nota teoria del “a mia insaputa” – iniziata da Scajola ed oggi di gran moda – per finire con i porti ed i cantieri italiani zeppi di “incrociatori” da milioni e milioni di euro, che non si sa di chi sono. Qualcuno, addirittura, è fermo da anni perché sequestrato dalla Magistratura: il pagamento del porto? Mettete in conto...

Una delle forme più in voga, oggi, per pagare tangenti è proprio la nautica: dai cantieri italiani (fatevi un giro...) escono già belle che pronti, con sulla poppa i nomi dei porti d’iscrizione “Cayman”, “Guernesey”, eccetera...tutti i paradisi fiscali del mondo.



Comunque sia, la corruzione che subiamo è una cifra iperbolica: la vera sanguisuga degli italiani.

Le soluzioni prospettate dal governo sono puerili: dare un “assaggio” di TFR agli italiani (soldi loro! e tassati!)

a Natale, così faranno risollevare il sacro PIL. Della serie: raccolgo io parte del grano del tuo campo, per rendertelo a suo tempo...anzi no...te ne do subito una parte...ma una parte di quella parte me la tengo. E per sempre! Mannaggia che affare!



Sono soluzioni da apprendisti stregoni, da fattucchiere della spesa pubblica, che non hanno nessun riscontro nella vera economia di uno stato e nemmeno in quella ufficiale, già di per sé divenuta una barzelletta.



Ora, so di toccare tasti dolenti, ma devo farlo. Mi riferisco ai vari sostenitori di teorie economiche innovative che tutto renderebbero più semplice. Dal signoraggio in poi.

Signori signoraggisti: giusto indicare il “prelievo” – illegale – del sistema bancario sulla creazione di moneta, ma – se non lo diamo alle banche lo diamo allo Stato, ossia alla collettività (come, in parte, un tempo) – ora...mumble mumble...a chi lo diamo? Quale malfattore preferiamo? Renzi (se potesse) si leccherebbe i baffi e tutta la ghenga sarebbe felice di spartirsi la torta.



Signori “innovatori” di teorie economiche: a chi le proponete? A noi, popolo da 1.000 euro il mese? Giusto: ma gli altri – quelli da 10.000 e più euro il mese – saranno d’accordo? E come faremo a portarle avanti? Con chi? Non mi raccontate di Grillo o di Tsipras (un comico che dice ogni giorno il contrario del contrario di ieri associato ad un allampanato imprenditore...ed un oriundo comprato all’estero, perché d’italiani “di sinistra” s’era persa la razza). Va beh, facciamo giocare ‘sto Tsipras...poi, magari lo rivendiamo al Real Mad...scusate, alla Spagna.



Ecco che si torna da capo: “Unica soluzione è la rivoluzione”, affermava Lenin. E mi sa che aveva ragione.



(1) Fonte: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2014-01-23/in-italia-chiudono-due-imprese-ogni-ora-cinque-anni-perse-60mila-aziende-174528.shtml?uuid=ABjyzjr



(2) Fonte: elaborato (anno 2010) da: http://www.fermareildeclino.it/fare/approfondimento-spesa-pubblica-per-stipendi-nella-pa



(3) http://espresso.repubblica.it/attualita/2014/02/16/news/quanto-costa-la-pubblica-amministrazione-ecco-i-nomi-e-gli-stipendi-dei-paperoni-di-stato-1.153347



(4) Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Spesa_pubblica



(5) Fonte: http://www.diritto24.ilsole24ore.com/art/guidaAlDiritto/dirittoPenale/2014-02-04/allarme-corruzione-europa-meta-142330.php